sinossi 
        Il sequestro 
        di Aldo Moro visto dal punto di vista del rapporto tra il Presidente 
        della DC e i suoi sequestratori e dei problemi creati da un 
        uomo prigioniero che scrive cose che il mondo politico si rifiuta di 
        accettare e capire. 
 
         
    Il film è tratto dal libro
    
    "Il prigionero" di Anna Laura Braghetti e Paola Tavella edito da 
    Feltrinelli. 
     
  
    La lettera che Moro scrive 
    a sua moglie poco prima di essere ucciso dai brigatisti, evoca in Chiara la lettera scritta dal partigiano Pedro Ferreira, poche ore prima di 
    essere giustiziato. 
    
      
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        dalle 
        Carceri di Via Asti | 
       
      
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        Torino, 
        22,1, 1945, ore 22 | 
       
     
    Cara Pierina, amore mio, 
    domattina all'alba un plotone d'esecuzione della guardia repubblicana 
    fascista metterà fine ai miei giorni. 
    Non ho materiale il tempo per dilungarmi a narrarti i particolari della mia 
    cattura e del mio processo, comunque li potrai sapere dai miei compagni 
    (Corso M. Grappa 7/17) o indirettamente dai miei amici. Ciò che voglio dirti 
    in punto di morte, Pierina, è che tu sei stata il primo unico vero amore, e 
    che se fossi vissuto ti avrei chiesto in isposa e ti avrei fatta felice. 
    In queste ore, le più tragiche della mia vita, tutto il mio passato mi si 
    para dinnanzi come sullo schermo di un film in una visione rapidissima. 
    Ebbene Pierina, in tutta la mia vita, due furono i giorni in cui posso dire 
    di essere stato veramente felice: il primo fu il 30 giugno 1940 quando mi 
    innamorai di te e il secondo fu nell'estate 1941 quando appresi la notizia 
    di essere stato ammesso alla R. accademia di Modena. 
    tante, moltissime volte, durante questi anni che mi separano dal 30 giugno 
    1940 ripensai con nostalgia al nostro amore, ed ora, in punto di morte, 
    prima di immacolare la mia vita per l'ideale per cui da oltre un anno 
    combattei nelle vallate alpine di questo ferreo Piemonte, sento il bisogno 
    di concentrarmi un po' per ripensare a te, amore mio. Addio Pierina, ti 
    auguro tanta felicità e ti auguro soprattutto di ritrovare l'amore senza il 
    quale la vita non è vita. 
    Addio, Pierina, addio "addio piccola Piera del mio cuore" ( ti ricordi 
    questo è un endecasillabo della poesia che ti dedicai quando ci lasciammo?) 
    Ricordati sempre di me come l'uomo che mai cessò di amarti di vero amore. 
    Un ultimo bacio.  
    Tuo Pedro 
     
     
    Questa lettera è tratta dal 
    volume "Lettere di condannati a morte della resistenza italiana" XXVI-356 p. 
    (cur. Malvezzi P., Pirelli G.)  
    2003  
     
    Alcune di queste lettere sono riportate nel sito "Storia XXI secolo" 
    Per leggerle,
    
    clicca qui. 
          
        il film prende il titolo 
        dalla poesia di Emily Dickenson  
        Good Morning - Midnight 
        
          
            
            Good Morning - 
            Midnight -  
             I'm coming Home -  
             Day - got tired of Me -  
             How could I - of Him? 
     
            Sunshine was a sweet place - 
            I liked to stay - 
            But Morn - did'nt want me - now - 
            So - Goodnight - Day! 
     
            I can look - cant I - 
            When the East is Red? 
            The Hills - have a way - then - 
            That puts the Heart - abroad - 
     
            You - are not so fair - Midnight - 
            I chose - Day - 
            But - please take a little Girl - 
            He turned away! | 
            
    Buongiorno - Mezzanotte - 
    Sto tornando a Casa - 
    Il Giorno - si è stancato di Me - 
    Come potrei Io - di Lui? 
     
    La luce del sole era un dolce luogo - 
    Mi piaceva starci - 
    Ma il Mattino - non mi voleva - ormai - 
    Così - Buonanotte - Giorno! 
     
            Posso guardare - dai - 
    Quando è Rosso ad Oriente? 
    Le Colline - hanno un aspetto - allora - 
    Che fa traboccare - il Cuore - 
     
    Tu - non sei così bella - Mezzanotte - 
    Io scelsi -il Giorno - 
    Ma - per favore prendi una Ragazzina - 
    Che Lui ha cacciato via! 
             
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        Al film sono seguite una 
        serie di polemiche. Ecco: 
         
        Lettera aperta a Marco 
        Bellocchio di Maria Fida Moro 9/27/2003 * 
         
        Gentile Signore,  
        so che le mie parole hanno poco peso, ma intendo pronunciarle ugualmente 
        per amore di verità. È stato detto di tutto e di più tranne poche cose 
        essenziali. Tanto più sono forti i legami di affetto che ci legano a 
        qualcosa che amiamo, tanto più risulta intollerabile l'indebita 
        intrusione nella sfera intima, quella privata appunto che appartiene a 
        chi l'ha vissuta. Arrogarsi a qualsiasi titolo il diritto di irrompere 
        nella vite altrui e di farne scempio non è il massimo esempio di 
        umanità. Farne scempio è per esempio far veder cose che sono "false" 
        come se fossero vere. Forse il termine più esatto è illusorie. Lei lo sa 
        di che colore era la vestaglia di papà? Ci ha mai mangiato insieme? E' 
        andato al cinema con lui? Ha viaggiato con lui? Gli ha mai visto mimare 
        gli articoli di Fortebraccio o sedare le dispute o far ridere a 
        crepapelle tutti i presenti? Non lo ha mai conosciuto davvero e non 
        potrà più conoscerlo. Può immaginare, ipotizzare, fare delle 
        supposizioni. È questa approssimazione che mi ferisce e mi dà dolore, un 
        dolore davvero insopportabile. Ma lei, Martinelli e Ferrara avevano il 
        diritto giuridico di creare o ricreare una fattispecie di realtà. Ma si 
        tratta di un atto che produce ulteriore dolore nel caso non ce ne fosse 
        già stato abbastanza. Non riporta in vita mio padre, né cancella la sua 
        agonia. Se riaprisse una questione politica irrisolta avrebbe forse più 
        senso ed almeno il prezzo del dolore sembrerebbe meno salato; se fosse 
        di pura fantasia e visto da lontano risulterebbe meno insopportabile. E 
        poi perché questa fissazione di interessarsi solo all'agonia ed alla 
        morte. La vita deve prevalere sempre nella sua essenza amorevole e 
        totalizzante, la vita conta più della morte, la luce vince le tenebre. 
        lo ci credo e mio padre ci credeva. Se Lei avesse potuto verificare che 
        effetto hanno prodotto i manifesti del suo film su mio figlio e su di me 
        non crederebbe ai suoi occhi. Manifesti belli e ben fatti, ma terribili. 
        Come spiegare quanto sia tremendo percorrere e ripercorrere per sempre 
        il sentiero obbligato dei 55 giorni. Aldo Moro era ben altro e ben di 
        più della vittima sacrificale dei marzo 1978. Non imputo a lei di aver 
        configurato un'immagine di mio padre non rispettosa, ma semplicemente di 
        aver attinto a fonti non cristalline e di aver voluto, a sua volta, 
        ridurre i 62 anni della sua vita ad un imbuto di due mesi. Lo so, lo so 
        aveva il diritto di farlo, altri hanno approvato il suo lavoro, ci sono 
        stati gli applausi e non ha vinto (già, non si può vincere con il caso 
        Moro da qualsiasi angolazione lo si voglia guardare, perché perfino il 
        potere ha paura delle ingiustizie perpetrate e cancella ogni traccia). 
        Davanti alla pubblicità del film di Ferrara mio figlio che era piccolo e 
        stava guardando i cartoni animati, ha perso la parola per tre giorni. Il 
        film di Martinelli in coda al quale Luca ha suonato è stata 
        un'esperienza forte, un impatto, la stessa prima a Siena non è stata 
        senza sofferenza. Il suo ha rovinato i miei due giorni di vacanza, ed ha 
        funestato l'estate. Certo che vuole che conti. quello che Luca ed io 
        abbiamo provato quando ogni minuto arriva qualcuno a ricordarti questa 
        vicenda, a chiedere la tua opinione - e parlo degli amici - a valutare i 
        manifesti che sono sempre insanguinati anche se il sangue dovesse essere 
        invisibile come l'inchiostro simpatico. Certo non conta, ma questa è la 
        vita vera a fronte della finzione cinematografica. Lo sa lei che 
        significa per noi passare da Via Fani, vedere sventolare il tricolore, 
        un rombo di elicottero, un uomo in divisa, un'arma? I televisori 
        ronzanti sono un pericolo micidiale non si sa mai cosa diranno e come si 
        rimetterà in moto la spirale del dolore. Non è colpa sua. Già, la 
        vicenda Moro non è colpa di nessuno o almeno questo vogliono farci 
        credere. E su questo scenario plumbeo non traspare mai la bellezza, ma 
        sono l'agonia e la morte. Non è un film e non finisce mai. Ma papà è 
        nell'altrove in salvo, nella perfetta letizia e coloro che lo hanno 
        amato continuano ad amarlo. Era solo un film, potrebbe dire lei, eppure 
        mi ha spezzato il cuore. 
         
        *http://www.cinemavvenire.it/magazine/commenti.asp?IDartic=1647  |