I CENTO PASSI
sinossi
Sicilia, anni 50 - 70. Peppino Impastato cresce in una famiglia legata alla mafia di Cinisi e, a 18 anni, crea e manda in onda una trasmissione coraggiosa che denuncia e si prende gioco del più pericoloso boss mafioso del luogo: suo zio. Nonostante le minacce, le difficoltà, i contrasti familiari, Peppino va avanti, fino al suo tragico assassinio. Un film sul potere della fantasia e sulla voglia di vivere del ragazzo che osò sfidare la mafia.

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recensioni del film 


la frase del film

"Non rinchiuderti, partito, nelle tue stanze,
resta amico dei ragazzi di strada"
                               Vladimir Majakovskij


                       

Durante un colloquio con sua madre, Peppino le legge questa poesia di Pier Paolo Pasolini.

Supplica a mia madre


È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile.   Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo.  Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore di corpi senza anima.

Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l'infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l'unico modo per sentire la vita
l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile...

Pier Paolo Pasolini clicca qui per il sito dedicato a Pasolini, "Pagine Corsare"

Luigi Lo Cascio e la ricerca di giustizia contro la mafia
intervista di Neusa Barbosa

Cineweb. L'assassinio di Peppino Impastato avvenne più di 20 anni fa. Il film I cento passi riaccende l'interesse per questo caso?
Luigi Lo Cascio. Il caso avvenne 22 anni fa. L'interesse per questa storia è venuta quasi per caso. L'idea venne al produttore Fabrizio Mosca, leggendo un libro. Pensava di fare un film di una storia importante. Perciò ha fatto scrivere una sceneggiatura. Nel frattempo ha scoperto che Claudio Fava e Monica Zapelli avevano già scritto una sceneggiatura sullo stesso soggetto... Propose la regia a Marco Tullio Giordana, che dopo qualche esitazione, accettò.

Cineweb. Perché ha esitato?
Lo Cascio. Essendo milanese, pensava che non poteva essere il regista di una storia siciliana. Sentiva un certo distacco dalla storia da un punto di vista geografico. Giordana è nato nel 1950, due anni dopo Peppino Impastato. Giordana ha vissuto i fermenti del '68. Infine ciò che lo ha affascinato veramente è stato vedere gli anni sessanta e settanta in Sicilia, attraverso la storia di un giovane che decide di rompere con la propria famiglia. Perciò, c'era l'interesse per la storia di un particolare '68, quello che non era lo stesso di tutto il resto del mondo, ma il '68 di Cinisi, il confronto di Peppino con una certa mentalità e con la mafia.

Cineweb. Cinisi è un paese molto piccolo, giusto?
Lo Cascio. Sì. Credo che avesse circa 4.000 abitanti al tempo di Peppino. E' a circa 30 chilometri da Palermo. E' un bene che una storia vera sia stata portata all'attenzione di tutti. Questo eroe siciliano, che sebbene abitasse a soli cento passi dalla casa del mafioso capo del paese, aveva una mentalità e determinazione completamente diverse.

Cineweb. Tu sei siciliano?
Lo Cascio.Sì. Sono nato a Palermo. Perciò, conoscevo la storia di Peppino perché, nella scuola che io frequentavo, al tempo delle manifestazioni, capitava di ricordarlo. Ma, non avevo una conoscenza della sua storia prima di fare il film. Ora quando cammino per le strade non mi chiamano Luigi, ma Peppino.

Cineweb. Ah, sì?
Lo Cascio. Sì, ciò significa che il personaggio è entrato nell'immaginario di tutta l'Italia. Sono andato nelle varie città italiane con Marco Giordana, per divulgare il film. Peppino è diventato un eroe per tutti, che riguarda tutti. Non è solo una tipica storia siciliana. Questo è il successo più grande del film. E' una storia universale di conflitto, di gioventù, ma anche di maturità.

Cineweb. E non esiste soltanto l'aspetto politico. Egli era un giovane, come altri, come dimostra quella parte del film, in cui incontra hippies e parla di sesso e altri problemi che hanno preoccupato tutta la gioventù del mondo.
Lo Cascio. Lui ha intuito che nel movimento hippy c'era un aspetto positivo, lo stare insieme, la collettività. E nello stesso tempo si è accorto del pericolo del narcisismo, dell'alienazione individualistica.

Cineweb. Che cosa c'è di più straordinario in Peppino, che tu veda?
Lo Cascio. Questo personaggio ottiene di cambiare la mentalità attraverso la cultura, lo studio. Questo fatto fa riflettere molto sull'importanza che può avere l'educazione e la scuola. Nel film conta molto il suo legame con Venutti, il pittore comunista. Ma il primo discorso che affronta è sulla poesia, su Maiakovski, e non su Lenin.

Cineweb. Peppino ha scritto poesie, vero?
Lo Cascio. Sì e non erano poesie politiche e puramente liriche. Aveva i suoi momenti politici ma anche momenti dedicati interamente alla bellezza.

Cineweb. Un altro aspetto interessante del personaggio è l'umorismo. Faceva ridere anche le persone più vecchie del paese che non erano d'accordo con le sue opinioni politiche.
Lo Cascio. Aveva la capacità di dire le più grandi verità, facendo ridere. Ma la mafia non accettava una voce che faceva parodia, ironia, ancora di più poiché era inusuale, imprevedibile come una forza della natura.

Cineweb. Quanti aveva Peppino quando morì?
Lo Cascio. 30 anni. Ma bisogna osservare che oggi 30 anni riflettono una peculiarità molto particolare. Oggi, i giovani di 30 anni ancora vivono in famiglia. Almeno in Italia è così. In quei tempi invece un uomo di 30 anni era molto più maturo.

Cineweb. Giordana ha detto a Venezia che aveva richiesto di attori siciliani che per inerpretare i ruoli del film.
Lo Cascio. Sì, noi siamo tutti del sud. Lucia Sardo, che interpreta mia madre e l'attore che fa mio padre, Luigi Maria Burruano.. Lui è mio zio nella vita reale. Infatti, Giordana, non ha cercato solo attori del sud, ma di Palermo, per mantenere fedeltà al dialetto locale e per un'unica lingua. Ci sono molti dialetti in Sicilia.

Cineweb. Ma erano tutti professionisti, prima?
Lo Cascio. Sì, erano professionisti. Io lavoro in teatro da dieci anni, ma a Roma.. Questo è il mio primo film.

Cineweb. Questo conflitto tra nord e sud è molto presente in Italia, vero?
Lo Cascio. Sì, molto. Ora, c'è un partito politico, la Lega Nord, che ha portato questo conflitto fino al parossismo. Loro pensano che la Sicilia e il sud sono un freno allo sviluppo del nord. Ma in questo momento in cui ci sono enormi inondazioni che distruggono il nord, è il sud che corre in aiuto. In realtà c'è un interscambio fra le due parti.

Cineweb. E l'inchiesta giudiziaria per la morte di Peppino ha fatto progressi?
Lo Cascio. E' un caso complicato, perché al tempo del delitto ci sono stati grossi errori da parte della polizia, che ha ostacolato l'accesso a testimonianze d'accusa verso il mandante, per esempio. E' un caso di cui neppure chi era avverso alla mafia ha parlato molto. La famiglia di Peppino ha insistito molto e importanti circostanze sono state rivalutate. Giustizia non è stata fatta, ma c'è molta ansia verso la verità.

Cineweb. La madre di Peppino vive ancora?
Lo Cascio. Sì, la madre e il fratello. La madre ha 84 anni e è una persona straordinaria.

Cineweb. Vi siete conosciuti?
Lo Cascio. Sì. Lei è stata importante per il film. Mi ha detto una frase che mi ha fatto capire che bisognava fare non un film, ma una testimonianza. Mi ha abbracciato e mi ha detto: "Tu hai lo stesso suo corpo. Ma io il suo corpo non l'ho potuto vedere, non l'ho potuto seppellire." Questo mi ha commosso moltissimo. Sapevo che avevo la responsabilità di ridare un corpo a questa persona. Lei mi ha detto anche che dovevo stare attento, Peppino era un intellettuale, leggeva molto. Mi ha anche mostrato i suoi libri e mi ha raccontato che nascondeva le sue opere a causa della mafia e lei ne comprava nuovi.

Cineweb. I Cento Passi sono stati un enorme successo di pubblico e di critica in Italia. Credi che sia una rinascita del cinema politico in Italia?
Lo Cascio. Dirò la stessa cosa che ho sentito dire da Giordana che è l'autore. A lui non piacciono queste due parole: "politico" e "impegnato". Lui pensa che il cinema è sempre politico, perché parla sempre il linguaggio del presente, di oggi. Perciò, un film è automaticamente politico se è bello. Comunque, quando si pensa un film politico, se si pensa a un allineamento questo produce un'ombra, perché diventa strumento di un'idea. Ma un film è qualcosa di più complesso, è frutto d'immaginazione. Per me I Cento Passi sono qualcosa di più che un film politico, è un film profondo, complesso, che non fa parlare la superficie, ma indaga i lati nascosti.
 

 

cast tecnico artistico
Regia: Marco Tullio Giordana
Soggetto: Claudio Fava, Monica Zapelli
Sceneggiatura: Claudio Fava, Monica Zapelli, Marco Tullio Giordana
Fotografia: Roberto Forza
Scenografia: Franco Ceraolo
Montaggio: Roberto Missiroli
Suono in presa diretta: Fulgenzio Ceccon
Costumi: Elisabetta Montaldo
Effetti speciali: Franco Fabio Galliano
Produttore: Fabrizio Mosca
Produzione: Titti Film e RAI Cinema Spa
Distribuzione: Istituto Luce
Durata: 114'


personaggi ed interpreti
Peppino Impastato - Luigi Lo Cascio
Luigi Impastato - Luigi Maria Burruano
Felicia Impastato - Lucia Sardo
Giovanni Impastato - Paolo Briguglia
Tano Badalamenti - Tony Sperandeo
Stefano Venuti - Andrea Tidona
Salvo Vitale - Claudio Gioè
Cugino Anthony - Ninni Bruschetta
Mauro - Francesco Giuffrida

premi

Venezia (settembre 2000) - 57^ Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica: miglior sceneggiatura
Roma (aprile 2001) - 47^ Ediz. DAVID di DONATELLO: miglior sceneggiatura, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista, migliori costumi
Taormina (luglio 2001) - 56^ Ediz. NASTRI d'ARGENTO: miglior sceneggiatura
 

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